Com’è nato il mestiere del dj

Ci fa ballare nelle discoteche e nelle feste, pubbliche o private, come se non ci fosse un domani. Sto parlando ovviamente del dj, una figura fondamentale nel settore dell’intrattenimento e dello spettacolo. Come è nata questa figura? Chi è stato il primo dj della storia? Chi sono i principali esponenti di questa professione? Rispondiamo a tutte queste domande nel seguente articolo. Mettiti comodo e buona lettura!

Come nasce la figura del dj?

La figura del dj, che letteralmente significa “disk jockey” (fantino del disco), si sviluppa in Francia durante l’occupazione nazista. In questo periodo buio della storia francese nascono le prime discoteche, che trasmettevano i dischi jazz e blues della cultura americana, rigorosamente proibiti dal regime. Il tutto si svolgeva quindi in un clima di clandestinità.

Naturalmente qualcuno doveva cambiare i dischi e così nacque la figura del dj, che anticipava con il microfono il susseguirsi dei vari brani. Col tempo la professione si è evoluta ed il dj moderno deve essere un po’ di tutto: intrattenitore, musicista, presentatore ecc.

Chi è stato il primo dj al mondo?

Anche se questa figura si sviluppa principalmente in Francia, grazie alla diffusione delle discoteche, il primo dj della storia è considerato l’inglese Jimmy Savile. Da giovane lavorava nelle miniere della periferia di Leeds ma, in seguito ad un infortunio, fu costretto a restare a casa. Grazie a quell’infortunio partorì l’idea di creare il primo dj set della storia. Insieme ad un amico realizzò un rudimentale sistema di amplificazione per far ascoltare ai suoi amici la ricca collezione di vinili che aveva.

Nel ’43 Jimmy inventò la discoteca, inteso come luogo di ritrovo per le persone che ballavano al ritmo della musica suonata dal dj appoggiando i vinili sul grammofono. Da allora Jimmy divenne una vera autorità nel mondo della musica e dello spettacolo, fino ad essere travolto da uno scandalo a luci rosse che vide coinvolti addirittura dei bambini.

Lo sviluppo del dj e l’evoluzione della musica

Il dj negli anni ’60 non era una figura particolarmente considerata, infatti percepiva un compenso piuttosto modesto. Il suo prestigio schizzò alle stelle negli anni ’70 con l’avvento della disco music. Ogni locale aveva bisogno di un dj, che poteva decretarne il successo o il fallimento.

In questo contesto spiccò la figura di Dave Mancuso, dj statunitense considerato uno dei pionieri della disco music e precursore della cultura underground. Fu l’ideatore del “The Loft”, un appartamento di New York diventato in breve tempo un prestigioso ed esclusivo locale che poteva ospitare fino a 300 persone. Proprio al “The Loft” si fecero le ossa alcuni dei più virtuosi interpreti di questa professione come Larry Levan, David Morales, Tony Humphries e Nicky Siano.

A cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 nacque l’house music, l’anticamera della musica elettronica. In questa fase il dj diventa uno sperimentatore, grazie all’utilizzo del mix in battuta che consentiva di usare contemporaneamente due dischi in sincronia. A proposito di sperimentazioni, come non nominare Carl Cox e le sue performances con 3 Technics 1200 con i quali creava degli “instant remix live”.

Un altro filone interessante, che si sviluppò verso la fine degli anni ’70, è il turntablism. Questo genere quasi impronunciabile nacque nei ghetti del Bronx e di Harlem e consentiva di generare suoni col movimento manuale ripetuto del disco sul platter. I dj, tramite il cosiddetto “graffio” sulla puntina, con entrambe le mani davano vita a ritmi e suoni davvero originali.

I più grandi dj stranieri

Arrivando ai giorni nostri, tra i più grandi dj stranieri possiamo tranquillamente menzionare Marshmello, pseudonimo di Christopher Comstockm, disc jockey e musicista statunitense. Oltre alle sue innegabili abilità musicali, Marshmello ha saputo costruirsi un personaggio grazie al caratteristico copricapo, un’intelligente mossa mediatica che ha contribuito ad ammantare di fascino e mistero la sua figura.

Altro “guru” della musica da discoteca è David Guetta, dj francese riconosciuto come uno dei migliori nel suo ruolo. Il brano del 2009 “When Love Takes Over”, in collaborazione con Kelly Rowland, è stato definito dalla rivista Billboard la migliore collaborazione dance-pop di tutti i tempi.

Nell’Olimpo dei dj entra di diritto anche Armin Van Buuren, dj olandese che ha dominato la scena della musica trance dagli anni ’90 per oltre un decennio. Ha dimostrato la sua notevole versatilità adattandosi ai nuovi generi musicali, soddisfacendo i desideri musicali di vecchie e nuove generazioni.

Un’occhiata ai dj italiani

L’Italia non se la cava affatto male in quanto a dj, anzi può schierare una squadra di tutto rispetto.

A detta di molti critici il numero uno in assoluto è Gigi D’Agostino, autore di veri e propri capolavori nel mondo dance.

Tra i dj italiani più famosi al mondo c’è Gabry Ponte che, dopo il periodo d’oro con gli Eiffel 65, decide di avviare la carriera da solista con risultati lusinghieri.

Infine merita una doverosa menzione speciale il compianto Claudio Coccoluto, scomparso nel marzo del 2021, senz’altro uno dei più grandi sperimentatori della musica dance.


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